Durante la 1° Youth conference Nazionale del 10 e 11 dicembre 2020 i ragazzi e le ragazze hanno fatto emergere una serie di questioni cruciali nei percorsi di chi esce da una comunità o da una famiglia affidataria. Si tratta di aspetti che caratterizzano profondamente la condizione dei care leavers e rappresentano per loro delle vere e proprie sfide. A questi aspetti la sperimentazione presterà costante attenzione.
Le sfide
La casa
Come muoversi tra edilizia pubblica e edilizia privata, quali garanzie e quali referenze si hanno a disposizione, come gestire i soldi per l’affitto. Ma anche il tema della coabitazione e delle convivenze tra fatiche, tensioni ed esperienze positive. E poi tutte le questioni legate alla quotidianità domestica, dalle pulizie alle utenze, fino al funzionamento degli elettrodomestici.
Lo studio
L’importanza di garantire a tutti e tutte la possibilità di proseguire il proprio percorso di istruzione superiore e universitaria, anche per accedere a professioni per le quali sono richiesti particolari titoli e qualifiche. Quanto costa studiare in Italia? Come ci si può mantenere durante gli studi? Quali sono gli orizzonti temporali e le scadenze da tenere in considerazione?
Il lavoro
L’occupazione e il reddito rappresentano una delle maggiori preoccupazioni con cui si confrontano oggi i giovani e le giovani italiane, e in misura maggiore chi ha minori risorse a disposizione e una rete di protezione più fragile. L’incontro con il mondo del lavoro richiede formazione e competenze, reti di contatti e attitudini relazionali, ed è su questo che i percorsi per l’autonomia devono investire.
Le misure legislative che creano canali preferenziali per i care leavers (nel quadro della legge 68/99) possono costituire un aiuto importante e controbilanciare lo svantaggio di partenza che molti ragazzi e ragazze vivono.
In alcuni casi però il rischio di stigmatizzazione e la paura di essere guardati come una “categoria protetta” spinge molte persone a rinunciare a questa opportunità. Come possiamo intervenire su questa criticità?
I punti di riferimento
La sperimentazione introduce la figura del tutor per l’autonomia, una risorsa preziosa per chi compiendo 18 anni rischia di perdere legami importanti. L’esperienza dei ragazzi e delle ragazze mostra che è necessario uno sforzo ulteriore di formazione e messa in rete di tutte le figure adulte che costituiscono la rete di protezione di ciascuno. Non solo tutor ma anche assistenti sociali, educatori, famiglie affidatarie e famiglie biologiche. D’altra parte, la sperimentazione dovrà tenere conto del fatto che molti e molte care leavers si prendono quotidianamente cura di altre persone: fratelli e sorelle, genitori, amici e amiche più fragili. Sostenere i loro percorsi per l’autonomia significa anche tenere in considerazione un insieme complesso di legami, affetti, responsabilità e doveri.
Procedure amministrative
La quotidianità dei care leavers è costellata di questioni burocratiche e procedure da espletare. Residenza, cittadinanza, titoli di soggiorno. ISEE, reddito di cittadinanza, servizi postali. Uffici, sportelli, moduli da compilare. Si tratta di mondi e strumenti non sempre accessibili, con i quali si confronta solo un’esigua minoranza di giovani persone coetanee di chi partecipa alla sperimentazione.
Pregiudizi ed etichette
Molte e molti care leavers si confrontano ogni giorno con una lunga serie di pregiudizi. Qualcuno è guardato con diffidenza perché è cresciuto in comunità o in una famiglia affidataria, altri non vengono presi sul serio solo perché sono giovani. I ragazzi e le ragazze con background migratorio e senza cittadinanza italiana si trovano spesso a vivere contemporaneamente più forme di discriminazione. Per liberarsi e liberare dalle etichette più opprimenti è necessario uno sforzo culturale collettivo per costruire una società più aperta e più inclusiva.
Un patto di corresponsabilità
Questa sperimentazione mostra l’importanza di presidiare con attenzione due aspetti diversi e correlati. Da un lato il continuo rafforzamento delle tutele e delle opportunità per tutti i care leavers, a partire da chi vive situazioni di maggiore vulnerabilità. Dall’altro lato l’importanza di un atteggiamento pienamente consapevole e proattivo di ciascuna delle persone coinvolte, per evitare che il maggiore sostegno ricevuto inibisca uno slancio di protagonismo e autonomia.
Il fattore tempo
Quando si parla di percorsi di crescita, di autonomia e di accompagnamento educativo la quantità di tempo a disposizione è fondamentale. Per questa ragione l’auspicio è quello di avviare i percorsi sperimentali il prima possibile e di estenderli nel tempo anche oltre i 21 anni.