Tavoli regionali e locali

Il Tavolo regionale

Il Tavolo regionale è un dispositivo strategico in questo progetto per la necessità di uscire dall’ottica socioassistenziale e della tutela e promuovere autonomia e inclusione. Ha una funzione di governo della progettualità territoriale, ricomposizione della frammentazione generale dei servizi, catalizzazione di nuovi attori.

I tavoli sono un indispensabile dispositivo di governance della sperimentazione da costituire in progress in modo flessibile secondo le esigenze dei diversi territori.

Quando in una regione è coinvolto un solo ambito oppure due ambiti geograficamente davvero molto distanti, si consiglia inizialmente la costituzione solo di tavoli locali.

Quando, oltre che per difficoltà logistiche connesse alla provenienza dei giovani da diversi ambiti, i tavoli locali possono fare fatica a costituirsi perché il livello di innovazione richiesto può essere complesso in territori piccoli o intorno a un numero esiguo di care leavers per i quali può essere sufficiente l’équipe multidisciplinare di progetto, può avviarsi solo il Tavolo regionale – soprattutto in una prima fase – assumendo una funzione più ampia di promuovere e coordinare l’innovazione.

In ogni caso, inizialmente, è possibile prevedere degli incontri in cui saggiare la disponibilità dei diversi soggetti a partecipare e successivamente formalizzare la composizione.

I soggetti del Tavolo regionale

Al tavolo partecipano i soggetti che hanno una funzione diretta all’interno della sperimentazione:

  • il referente regionale per la sperimentazione, con la funzione di regia e promozione;
  • il/i referente/i di ambito territoriale, lì dove vi sono i care leavers;
  • il tutor nazionale per favorire le connessioni con la sperimentazione nazionale;
  • i tutor per l’autonomia per favorire le connessioni regionali;
  • i referenti di area sociosanitaria, trattando il tema della transizione dalla tutela ai servizi adulti;
  • due rappresentanti dei care leavers per favorire l’ascolto delle loro istanze e del loro punto di vista, in connessione con le youth conference.

Inoltre al Tavolo partecipano soggetti in grado di consentire una sperimentazione che tocchi le diverse dimensioni di realizzazione dei progetti per l’autonomia. Ad esempio:

  • almeno un referente sulla dimensione abitativa: soggetti pubblici, del terzo settore o privati disponibili ad una sperimentazione anche in termini di cohousing che sostengano l’attenzione sulle politiche abitative;
  • più referenti per sostenere la dimensione relazionale: il volontariato attraverso i CSV, i coordinamenti regionali delle organizzazioni di volontariato laico e religioso più rappresentative, i referenti regionali del terzo settore e del servizio civile; referenti dell’associazionismo culturale, ambientale, sportivo; altre forme significative che sostengano opportunità aggregative e di supporto oltre che di impegno sociale e cittadinanza attiva;
  • referenti per l’istruzione e la formazione: oltre quelli degli assessorati regionali competenti per materia, referenti della scuola, dell’università, degli enti di formazione professionale, del diritto allo studio, che orientino la conoscenza delle opportunità, l’accesso e la partecipazione veicolando le informazioni nei territori ma anche accogliendo indicazioni per percorsi congrui, quali ad esempio tirocini formativi;
  • referenti per il mondo del lavoro: i sindacati, i soggetti della cooperazione – non necessariamente sociale, ma anche di produzione, le APL – agenzie per il lavoro, il mondo delle imprese, l’Unione industriali, le associazioni datoriali, le camere di commercio, i centri per l’impiego, Garanzia giovani, ecc. per costruire percorsi possibili di tirocinio e inserimento lavorativo che tengano conto delle esigenze dei care leavers anche in termini di conciliazione dei tempi;
  • referenti sul tema della mobilità: soggetti connessi al sistema di trasporti regionali, alla motorizzazione, all’ACI, ecc. per favorire la mobilità anche green, l’acquisizione della patente, ecc.
  • rappresentanti della realtà regionale delle strutture di accoglienza residenziale e delle famiglie affidatarie, nonché di associazioni di care leavers per condividere ed implementare una visione sull’autonomia e sull’inclusione.

Il Tavolo locale

Il Tavolo locale rappresenta a livello di ambito territoriale – lì dove è possibile costituirlo, come sempre auspicato – il dispositivo di governance funzionale alla promozione sul territorio di una vision orientata alla partecipazione, all’autonomia e all’inclusione dei care leavers, a partire dal confronto tra istanze e risorse esistenti e attivabili. Nel caso di un solo ambito o di due ambiti non collegati, può riassumere anche parte delle funzioni regionali.

I soggetti del Tavolo locale

Al Tavolo locale partecipano i soggetti che hanno una funzione diretta all’interno della sperimentazione:

  • il referente di AT per la sperimentazione, con la funzione di  promozione e coordinamento del tavolo;
  • i rappresentanti dei care leavers per favorire l’ascolto delle loro istanze e del loro punto di vista, in connessione con le Youth Conference;
  • i referenti dei servizi sociali per ipotizzare e realizzare modalità di referenza e accompagnamento nel passaggio dalla tutela all’autonomia congrui con le peculiarità territoriali;
  • il tutor nazionale per favorire le connessioni con la sperimentazione nazionale;
  • i tutor per l’autonomia per realizzare la sperimentazione attraverso l’ascolto delle esperienze in corso e la co-costruzione di innovazione condivisa;
  • i referenti di area sociosanitaria, per costruire modalità di accompagnamento e presa in carico dove necessario, nel passaggio dalla tutela ai servizi adulti;
  • rappresentanti delle realtà locali di accoglienza residenziale e delle famiglie affidatarie nonché di associazioni di care leavers per ascoltare le istanze dei giovani potenziali partecipanti alla sperimentazione e per condividere le principali dimensioni di preparazione all’autonomia durante il percorso comunitario. Si suggerisce di coinvolgere – secondo le modalità che si ritengono più congrue – i referenti delle strutture presenti nel territorio che accolgono giovani prossimi alla maggiore età o neomaggiorenni.

Inoltre partecipano soggetti in grado di consentire una sperimentazione che tocchi le diverse dimensioni di realizzazione dei progetti per l’autonomia. Ad esempio:

  • un referente sulla dimensione abitativa: soggetti pubblici, del terzo settore o privati disponibili a una sperimentazione anche in termini di cohousing;
  • più referenti per sostenere la dimensione relazionale: il volontariato attraverso i CSV, i coordinamenti territoriali delle organizzazioni di volontariato laico e religioso più attive, i referenti territoriali del terzo settore e del servizio civile; referenti dell’associazionismo culturale, ambientale, sportivo; altre forme significative che sostengano opportunità aggregative e di supporto oltre che di impegno sociale e cittadinanza attiva;
  • referenti per l’istruzione e la formazione: oltre quelli degli assessorati locali competenti per materia, referenti della scuola, dell’università, degli enti di formazione professionale, del diritto allo studio, che orientino la conoscenza delle opportunità, l’accesso e la partecipazione condividendo le informazioni ma anche accogliendo indicazioni per percorsi congrui, quali ad esempio tirocini formativi;
  • referenti per il mondo del lavoro: i sindacati, i soggetti della cooperazione – non necessariamente sociale, ma anche di produzione, le ApL (Agenzie per il lavoro), il mondo delle imprese, l’Unione industriali, le associazioni datoriali, la Camera di Commercio, il Centro per l’Impiego, referenti per Garanzia giovani, ecc. per costruire percorsi possibili di tirocinio e inserimento lavorativo che tengano conto delle esigenze dei care leavers anche in termini di conciliazione dei tempi;
  • referenti sul tema della mobilità: soggetti connessi al sistema di trasporti locali, alla motorizzazione, all’ACI, ecc. per favorire la mobilità anche green, l’acquisizione della patente, ecc.